10 Jun
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Il 12 giugno 2013 saranno passati 50 anni dall’assassinio di Medgard Evers, attivista statunitense per i diritti umani. Io solo 3 anni dopo ne appresi la storia ascoltando «Only a pawn in their game», la ballata che gli dedicò Bob Dylan (nel suo lp «Times they are a changing», un titolo-programma di come stava cambiando il pensiero giovanile). Per coglierne tutte le emozioni riparto dall’invitarvi ad ascoltare la canzone e leggervi sia il testo originale sia la traduzione.
Chi sia stato Medgard Evers non è difficile saperlo: figlio di contadini del Mississipi, per frequentare la scuola superiore fece 12 miglia a piedi ogni giorno. Dal 1943 al 1945 combatté sui fronti europei. Nel 1948 si laureò in Gestione aziendale presso la Alcorn State University, uno dei più antichi college per afro-americani (fondato nel 1871, pochi anni dopo la Guerra civile).
Per capire cosa volesse dire allora essere attivista per i diritti civili negli Usa (la “terra della libertà” come spesso si proclamano) basti pensare che Evers si distinse nell’organizzare con il Regional Council of Negro Leadership il boicottaggio dei distributori di carburante che negavano ai clienti neri l’uso della toilette.
Divenuto ben presto, per il suo impegno, bersaglio di razzisti bianchi, poche ore dopo il discorso tenuto in tv da J. F. Kennedy a sostegno dei diritti civili fu colpito – mentre rientrava in casa – alle spalle da una fucilata sparata da Byron De La Beckwith, un membro del Klu Klux Klan.
Mi pare emblematico riassumere la figura e la storia del suo assassino, che venne incriminato solo un anno dopo: per due volte, nel 1964, giurie, composte da soli maschi bianchi, non raggiunsero un verdetto sulla sua colpevolezza. Rimasto impunemente libero per trent’anni, De La Beckwith diventò leader del “Phineas Priesthood”, un movimento segregazionista violento che si richiamava a una sedicente identità cristiana, ma che si caratterizzò per omofobia, antiabortismo, anti-semitismo e …opposizione alle tasse. Vi ricorda qualcosa di nostrano? Gli manca solo l’antislamismo per essere omologo persino con partiti che tuttora siedono nel Parlamento italiano ed europeo. De La Beckwith solo nel 1994 venne nuovamente processato sulla base di nuove prove emerse. La giuria, formata da quattro bianchi e otto uomini di colore, lo condannò all’ergastolo per l’omicidio di Medgar Evers. Morì in carcere nel 2001.
Le riflessioni più interessanti su questa vicenda stanno forse nel titolo della canzone che gli dedicò Bob Dylan: «Only-a-pawn-in-their-game», cioè «solo una pedina nel loro gioco» riferendosi sia all’assassino, ma anche al «miserabile bianco» a cui la scuola insegna «che le leggi sono con lui per proteggere la sua pelle bianca» , «per rinfocolare il suo odio» ma che in realtà viene «usato per il guadagno del politicante».
Par di leggere certa stampa italiana che in questi giorni usa e abusa di pur tremendi fatti di cronaca come “armi di distrazione di massa” per sviare dalle responsabilità socio-politiche e finanziarie che hanno portato il nostro Paese alla crisi attuale.

 Giorgio Chelidonio

Articolo pubblicato per la prima volta l'11 giugno 2013 su La Bottega del Barbieri

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