Coronavirus: per la Flai Cgil sono migliaia i migranti abbandonati

"I migranti e i richiedenti asilo fuoriusciti dalla chiusa dei Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) a seguito dell'applicazione del Decreto Sicurezza di Salvini continuano a lavorare sfruttati nei campi come se non ci fosse il Covid-19. Le loro sorti non interessano né le aziende né le autorità. Eppure mai come ora, sono fondamentali per la quiete collettiva". È quanto denuncia Jean-René Bilongo, Coordinatore dell'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil.

"Il lockdown del paese - spiega Bilongo - non pregiudica, com'è giusto, il rifornimento dei reparti di frutta e verdura dei supermercati che devono essere in grado di soddisfare i bisogni degli italiani. Tuttavia, nel cataclisma che scuote il paese, ci si è dimenticati che per avere tanta disponibilità di prodotti freschi, c'è la fatica e il sudore di un esercito di decine di migliaia di lavoratori. Sono in buona parte immigrati e richiedenti asilo condannati all'emarginazione dai famigerati decreti sicurezza. Lavorano sodo, senza diritti né coperture di nessun tipo. È curioso che nessuno dei provvedimenti assunti per contenere la propagazione del coronavirus li prenda minimamente in considerazione. Il rischio vero è di segnare tanti destini e non possiamo accettarlo. Una colpevole svista che richiede rimedi. Ci si deve rendere conto della loro essenzialità in questa fase in cui la nave Italia beccheggia tremendamente". 

In molti distretti agricoli, testimonia Bilongo all'ANSA, il quotidiano degli immigrati non è mutato: uscita all'alba dai ghetti in cui si accalcano a centinaia in condizioni disperate, lunghe giornate nei campi senza nessun dispositivo di protezione individuale, misure di sicurezza inesistenti, paghe da fame.  In tanti luoghi della Penisola, gli invisibili sembrano ancora più spettrali del solito. In questi ghetti, si continua ad arrangiarsi per sbarcare il lunario. Nessuna parvenza, nessuna eco di alcuno straccio di disposizioni tarate sulla loro condizione soggettiva. I comportamenti precauzionali che girano sui telefonini sono un'iniziativa sussidiaria spontanea di note sigle dell'assistenza umanitaria. Non è accettabile questo stato di abbandono. "Non hanno neanche l'acqua per potersi lavare le mani. L'ingiunzione di restare a casa per loro è una chimera visto la casa non ce l'hanno.

"Ora - conclude Bilongo - sono più che mai indispensabili due cose. Da una parte che i prefetti requisiscano caserme dismesse o strutture simili per poterli ospitare, disponendo contemporaneamente piani di monitoraggio da parte delle aziende sanitarie. Dall'altra, occorre accelerare l'implementazione delle misure già previste dal Piano Triennale contro lo sfruttamento. L'interesse collettivo alla tutela della salute pubblica non può ignorare le loro presenze".

( martino.iannone@ansa.it ) 

Fonte Ansa - 18 marzo 2020