I 3 sbarchi a Ravenna, i minori non accompagnati, la loro presenza in Italiae i sommersi della terra

31 dicembre 2022 - 113 persone
18 febbraio 2023 - 84 persone
25 aprile 2023 - 69 persone 

Questi gli ultimi sbarchi a Ravenna, con i migranti tratti in salvo nel Mediterraneo provenienti da Eritrea, Gambia, Ghana, Guinea, Mali, Niger, Senegal, Sudan, Congo, Togo, Sierra Leone, Burkina Faso, Costa d’Avorio e altri paesi. Con loro, solo nell’ultimo sbarco dalla Humanity 1, 20 minori non accompagnati, che sono andati ad ingrossare le fila dei 20.000 circa nel nostro paese.
Le percentuali dei Msna (Minori stranieri non accompagnati) vedono in testa quelli provenienti dal Bangladesh, seguiti da Tunisia, Egitto e Albania. Tutto ciò ci rimanda ad alcune questioni relative alla immigrazione: queste giovani vite tentano di fuggire da situazioni tremende.
In questo periodo sto leggendo il libro Frammenti d’Africa, donato da Angelo Antonellini, medico e volontario di Alfonsine (Ravenna) in Africa, incontrato durante la mostra fotografica “25 anni dall’Erranza del Migrare” da me curata al Museo del Senio dal 6 al 21 maggio: un capitolo è dedicato al “bambino negato”, e cioè ai bambini-soldati della Sierra Leone, vittime e carnefici allo stesso tempo.
Quanti di questi minori giunti sulle coste romagnole provengono da simili situazioni?
È possibile seguire i percorsi di questi ragazzi in regione? 

Dall’11 al 13 maggio Trieste ha ospitato la nona edizione del Festival Sabir- Libertà di movimento (organizzato da Arci, Caritas, Acli e Cgil). Vi consigliamo di vedere in rete il ricco programma della tre giorni triestina, con riferimenti specifici all’abbattimento dei muri e alla rotta balcanica. 

Matteo Biffoni, sindaco di Prato e responsabile per Anci-Cittalia della immigrazione, si è chiesto perché in una nazione di 60 milioni di abitanti sia così difficile gestire 20.000 minori stranieri non accompagnati (vedi il Rapporto Anci da poco uscito).
Ha anche denunciato la restrizione dei diritti (per esempio l’eliminazione dei corsi di lingua italiana) nel cosiddetto Decreto Cutro, approvato dal Governo dopo i morti annegati sulle coste della Calabria a febbraio. 

A proposito di giovani: il servizio statistico della Regione Emilia-Romagna in uno studio sulla popolazione in età prescolare e scolare residente in regione sugli scenari demografici ci presenta un quadro fino al 2035 (fascia 0-23 anni) tenendo conto delle varianti di fecondità e immigrazione.
E ancora a proposito di donne: negli ultimi Stati Generali della natalità a Roma si è affacciata la proposta governativa di rimpiazzare i migranti con le donne (italiane) che dovrebbero fare nei prossimi anni più figli. Non si è detto come, visto che per un’inversione demografica seria ci vogliono almeno due decenni, ma che importa, basta lo slogan… 

Anche per il futuro solo il ritorno a livelli di immigrazione più elevati degli attuali farebbe proseguire il trend di crescita, in questo inverno demografico italiano pieno di crociate contro la “sostituzione etnica” e il sostegno alla cosiddetta “etnia italiana”.
Tutto ciò anche in presenza del limbo in cui vive circa un milione di ragazze e ragazzi nate/i qui o arrivate/ giovanissime/i che frequentano le nostre scuole ma non hanno cittadinanza, a causa dell’ignavia politica degli ultimi governi. 

I SOMMERSI DELLA TERRA

Aggiornamento dopo l’alluvione in regione a maggio: il disastro avvenuto soprattutto in Romagna ha provocato, assieme alle morti e ai danni materiali irreparabili, una domanda sul modello di sviluppo nazionale e locale. Pensiamo ci si debba chiedere (e rispondere) se le magnifiche sorti e progressive siano quelle che abbiamo messo in calendario per il futuro: sia per quanto riguarda la questione energetica, sia per il lavoro (negli anni ’70 del secolo scorso qualcuno si chiedeva se dovevamo liberarlo o liberarci da esso). Di fronte a questa catastrofe pensiamo anche che non basti ricostruire come prima, ma diversamente.
Il sito tecnico online “Floodlist” elenca di continuo i disastri ambientali nel mondo: quelli avvenuti nel Corno d’Africa dopo 4 anni di siccità coinvolgendo 24 milioni di persone, in Sud Sudan, in Congo RDC con 400 morti, in Sudafrica nel 2022 con altrettanti morti. L’Apocalisse è stata in Pakistan nel 2022 con il fiume Indo e i suoi affluenti che hanno provocato oltre 1.700 vittime e 33 milioni di persone danneggiate, con 8 milioni di sfollati.
L’elenco potrebbe continuare, anche perché siamo alla vigilia di cambiamenti epocali naturali e umani: milioni di persone si stanno spostando nel mondo tra continenti e paesi, in fuga da carestie, fame e clima; questo vecchio Continente, che da più di un anno ha una guerra al suo interno, o cambia radicalmente oppure... 

Maurizio Masotti
[Maggio 2023]

Foto credits: Luciano Nadalini