Una gioia infinita

I Poeti del Quartiere

I Poeti del quartiere ci hanno contattato per inviarci il video di “Una gioia infinita”: non conoscevamo la loro musica e ci è parso importante rivolgere loro qualche domanda. Buona lettura e buona visione! 


Grazie per averci fatto conoscere “Una gioia infinita”. Chi sono i Poeti del Quartiere e a cosa si deve la scelta di un nome così evocativo? 
I Poeti del Quartiere sono 4 rappers (Damaxx, Lesto, Panico e Cipresso) ed il dj producer Lesplosivo. Il rap è un’espressione poetica. E’ poesia della strada. Abbiamo iniziato a farlo alla fine degli anni 80, ognuno nelle strade del proprio quartiere di Bari. Per questo abbiamo deciso di chiamarci così, i Poeti del Quartiere.

Siete attivi da più di 30 anni: ci raccontate un po’ della vostra esperienza?
Il nostro gruppo è nato nel 1992. Abbiamo calcato tanti palchi, realizzato 3 album ed un EP. Tanta esperienza nella scena Hip Hop di tutto lo stivale. A ventisei anni dalla nostra prima canzone (intitolata "Non ti puoi mettere" dalla compilation rap "D'Abbuso”) ne abbiamo viste tante. All’epoca il rap non lo ascoltavi in radio, non lo sentivi in tv. Siamo stati pionieri di un movimento che in Italia ha mosso i primi passi con le posse. Era il rap militante dei centri sociali. Ora la musica rap la puoi sentire ovunque, nelle radio, nei negozi dei centri commerciali, nelle pubblicità in televisione. In questi anni la musica rap é cambiata, si è evoluta nel tempo. Siamo cresciuti anche noi, cercando nuove strade e nuove soluzioni. Dopo diverse produzioni dalle sonorità marcatamente rap, ci siamo avventurati in una sperimentazione musicale, fortemente voluta dal nostro Lesplosivo, che unisce le liriche del rap alle sonorità elettroniche del synthpop. Una combinazione, a nostro parere, efficace che si accompagna a testi come sempre impegnati nel sociale. Musiche meno aggressive rispetto ai nostri precedenti lavori. Ma una costante caratterizza però tutti i nostri lavori: l’autoproduzione ! La musica indipendente è la nostra dimensione. La libertà di espressione artistica resta il nostro must. 

Il vostro “rap maturo” affronta molte tematiche, anche sociali: qual è il vostro obiettivo?
Nelle nostre canzoni non diamo soluzioni, semplicemente raccontiamo “le storie del nostro tempo” dal nostro punto di vista, cercando di scuotere i pensieri di chi ascolta. Il Rap ha un potenziale enorme: il messaggio. Con una canzone in rima abbiamo la possibilità di raccontare tanto, senza “intermediari”. Ed allora perché non farlo? Nel nostro ultimo album “MegaHertz” affrontiamo i più svariati temi con uno sguardo concreto e disilluso: dall’uso sconsiderato della tecnologia nella nostra società nel pezzo “Elettrica bamba”, alle condizioni precarie dei carcerati in “Panta rei”. Nella canzone “Graditi sorrisi” raccontiamo i drammi e le enormi difficoltà nella quali versano migliaia di famiglie italiane che vivono la disabilità di un figlio. L’obiettivo è sempre lo stesso: sensibilizzare il pubblico su queste questioni e provare a farlo riflettere per un attimo su ciò che ci circonda.

“Una gioia infinita” racconta una storia di migrazione. Perché questo titolo?
Cercavamo un titolo, una frase che descrivesse la sensazione euforica che si prova nel raggiungere un traguardo tanto agognato: metter piede su nuova terra nella quale dare una speranza ai propri figli. “Gioia infinita” è il raggiungimento dell’obiettivo di una vita, tanto desiderato da sembrare quasi irraggiungibile. E così, purtroppo, lo è per tanti… 

Vivete in Puglia: una terra profondamente ancorata nel Mediterraneo, che già negli anni ’90 ha fatto esperienza dolorosa di sbarchi. Come affrontate nel vostro lavoro il tema delle migrazioni?
Sì, la Puglia è terra di approdo, da sempre. Qui da noi a Bari c’è un detto quanto mai attuale che dice: “A Bari Nessuno E’ Straniero”. E la nostra comunità lo ha già dimostrato nel 1991 quando al porto attraccò la nave Vlora con 20 mila albanesi a bordo. La canzone “Gioia Infinita” nasce dopo aver ascoltato le tante esperienze reali narrate dalla voce dei veri protagonisti: i migranti. Abbiamo cercato di raccontarle a modo nostro. E' un invito alla riflessione sull’intolleranza e l’esclusione sociale. Con la nostra musica sappiamo di poter dare un piccolo ma sentito contributo alla causa. Svegliando le coscienze e ricordando a chi ci ascolta che i problemi non arrivano mai da chi sta peggio di noi.