05 Jan
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La storia di Harvey Milk ha ispirato due film eccezionali: “Milk”, di Gus Van Sant, del 2008, con un straordinario Sean Penn, che interpreta Harvey Milk, e “I tempi di Harvey Milk”, di Rob Epstein, del 1984, che ha vinto l’Oscar per il miglior documentario nel 1985. (Rob Epstein, insieme a Jeffrey Friedman, ha girato “Paragraph 175”, nel 2000, un documentario molto interessante sugli omosessuali nei lager nazisti).

Harvey Bernard Milk nacque a Woodmere, Long Island, New York in una famiglia ebraica di origini lituane. Si laureò in matematica all’Albany State College nel 1951 e si arruolò nella marina statunitense; fu congedato con onore, sebbene in seguito egli avesse rivelato agli elettori di essere stato vittima di una delle molte “purghe” di omosessuali nelle forze armate. Come molte altre persone omosessuali di quel periodo, Milk si trasferì a San Francisco nel 1972, dove si stabilì con il suo compagno Scott Smith e aprì un negozio di fotografia nel quartiere gay di Castro, che divenne un luogo di ritrovo del gruppo che lo avrebbe poi sostenuto nelle elezioni. Emerse ben presto come un leader della comunità gay, fondando la “Castro Valley Association” dei commercianti locali, e fungendo da rappresentante per gli interessi del quartiere nelle relazioni con il governo cittadino. A dispetto di un clima ostile a livello nazionale agli omosessuali, si candidò tre volte (senza successo) a cariche elettive. Emerse così come portavoce della vasta comunità gay di San Francisco, venendo per questo soprannominato “sindaco di Castro Street”.

Fu eletto supervisor (cioè consigliere comunale) nel 1977, risultando così il primo rappresentante eletto di una delle maggiori città degli Stati Uniti ad essere apertamente gay. In undici mesi da supervisor, si batté in difesa di una legge per i diritti dei gay per la Città. Fu decisivo nel rigetto della Proposition 6, supportata dal senatore dello stato Briggs, che avrebbe permesso il licenziamento degli insegnanti dichiaratamente gay in base alla loro identità sessuale. Milk dibatté pubblicamente con Briggs sull’argomento, rivelando arguzia e personalità di fronte alla nazione. Nel novembre 1978 la Proposition 6 fu fermamente rigettata dai californiani. Harvey Milk venne assassinato il 27 novembre 1978 all’interno del Municipio, assieme al sindaco George Moscone, dall’ex consigliere comunale Dan White. White aveva rassegnato le dimissioni pochi giorni prima, a seguito dell’entrata in vigore di una proposta di legge sui diritti dei gay, cui si era opposto. White sperava di essere riconfermato dal sindaco Moscone, che inizialmente aveva considerato l’idea. Le pressioni della componente più liberale della città spinsero il sindaco a non riconfermare White. White entrò in municipio attraverso una finestra aperta del seminterrato, per evitare di essere scoperto con la pistola e con i 10 caricatori che aveva in tasca. Dopo essersi fatto strada fino all’ufficio del Sindaco, incontrò Moscone e cercò di convincerlo a riconfermarlo. Non riuscendoci gli sparò ripetutamente. White ricaricò l’arma e si aprì la strada fino alla parte opposta dell’edificio, dove incontrò Milk e gli sparò al petto. Milk collassò a terra privo di sensi. White negò la premeditazione (4).

Un corteo spontaneo a lume di candela per la memoria di Milk e Moscone attirò migliaia di persone, decorato con bandiere arcobaleno. Milk, consapevole del rischio che correva, aveva registrato numerose audiocassette da ascoltare in tale evenienza.

Ismaele

(da Wikipedia)

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

Articolo tratto da www.labottegadelbarbieri.org

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